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cartaceo, ISBN 9788899200398
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PDF 1.2 MB, ISBN 9788899200404
Marcella Scopelliti
L’attore di fuoco Martin Buber e il teatro
collana Mimesis Journal Books
anno di pubblicazione 2015
pp. 272
ISBN cartaceo 9788899200398
ISBN pdf 9788899200404
DOI 10.4000/books.aaccademia.2733

Nell’anno che segna il cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di Martin Buber, questo volume svela un ritratto inedito del filosofo colto nei suoi anni giovanili sullo sfondo di un’incandescente Vienna fin de siècle e riunisce, per la prima volta in italiano, una breve antologia di testi buberiani sul teatro.
Per il giovane sionista, poco attratto dall’intrattenimento e dallo spettacolo, il teatro costituisce un mezzo di ricomposizione etica e politica del mondo e l’attore si presta come prototipo universale di un uomo “nuovo” e autentico.
Viene qui ricostruita un’affascinante vicenda biografica via via animata da personaggi inattesi come Eleonora Duse, Ermete Novelli, il pittore Lesser Ury e Adolphe Appia. Si dimostra come l’incontro di Buber con il teatro costituisca senza dubbio una decisiva spinta verso il futuro e più maturo pensiero dialogico. La prospettiva del volume estende la portata del pensiero buberiano ben oltre i confini ebraici, facendo emergere una poetica (un “fuoco inesauribile”) valida per ogni uomo occidentale alle prese con la riformulazione della propria tradizione. In questo senso trova spazio nell’ultimo capitolo un’attenta analisi biografica e performativa di Jerzy Grotowski, il regista polacco che rivoluzionò il teatro del Novecento e che da oggi è così possibile includere in una tradizione “simpatica” che annovera Martin Buber come maestro e ispiratore.


Laureata in Lettere Comparate e specializzata in culture del teatro, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Discipline dello Spettacolo presso l’Università degli studi di Torino con una tesi su Antonin Artaud attore di cinema. Ha pubblicato traduzioni e studi multidisciplinari sulle pratiche performative del Novecento, in particolare su Judith Malina e il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards.

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