anno di pubblicazione 2018
pp. 520
ISBN cartaceo 9788831978293
ISBN pdf 9788831978309
Quali possibilità di “riconoscersi” ha un popolo che ha perduto la propria patria, che è sul punto di perdere la propria lingua e che ovunque si stabilisca, in Europa, è considerato straniero, vessato e trattato in modo ostile, oppure, in America, costretto a un traumatico processo di omologazione? La letteratura, certo, la narrativa, i romanzi, i racconti: ma questo varrà solo per pochi acculturati. Bisognerà, quanto meno, che tale messe di ricordi, memorie, documenti e affabulazioni, trovi il modo di farsi spettacolo, di rappresentarsi sui palcoscenici, offrendosi prima di tutto nella vivezza concreta dell’invenzione teatrale; poi, successivamente, nel cinema, nei film.
Questo volume a più voci racconta per la prima volta con cura l’avventuroso rapporto tra il teatro yiddish e il cinema, intendendo con ciò il dialogo tra le due arti e le rispettive prospettive critiche.
Il tutto con riferimento ad alcune decine di film che oggi si possono vedere in edizione restaurata.
Antonio Attisani dal 1968 è stato attore, critico teatrale, direttore artistico e infine docente universitario di Culture del teatro fino al 2018.
Dopo aver insegnato semiologia alla facoltà di architettura di Firenze, ha rivolto i suoi interessi allo studio della scenografia e poi al cinema, tramite una lunga collaborazione alla rivista «Filmcritica», del cui direttivo fa parte. Tra le sue ultime pubblicazioni: Carmelo Bene. Il cinema oltre se stesso (2012), Ontologia del corpo nel cinema comico (2014), Metamorfosi dei corpi mutanti (2016).